Ladytux

avanzando senza sosta, su terreni accidentati

Archive for 1 Maggio 2009

I Maggio… “Auguri” a tutti noi

Posted by ladytux su Maggio 1, 2009

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In piazza per aiutare tutto il mondo del lavoro a riprendere in mano il suo destino

(di Gianni Pagliarini, Responsabile Lavoro PdCI)

Un Primo Maggio dei diritti, per rimettere in primo piano le aspettative delle lavoratrici e dei lavoratori, le rivendicazioni dei milioni di cittadini che vivono sulla pelle gli effetti della crisi economica, le legittime ambizioni di coloro che sono sprofondati loro malgrado nel girone infernale della precarietà. Un Primo Maggio di speranza, per tutti coloro che non si arrendono al berlusconismo e alla più becera subcultura populista e mercantile. E invocano, fin dalle prossime elezioni europee, una svolta di sinistra e di progresso sociale. Un Primo Maggio di lotta, a beneficio di chi rischia l’espulsione dal ciclo produttivo e rivendica un futuro degno di questo nome, con al centro il grande tema dell’uguaglianza. Un Primo Maggio di cordoglio, per ricordare i milletrecento lavoratori morti su un ponteggio, sotto un capannone o su una banchina portuale e per abbracciare idealmente tutti i loro familiari. Noi, Comunisti Italiani, attribuiamo, dunque, alla Festa del lavoro un significato niente affatto rituale: la vogliamo riempire con i piccoli e grandi problemi della quotidianità di chi lavora, con le piccole e grandi speranze che animano tutti i cittadini che non si arrendono allo stato di cose presenti. Noi, Comunisti Italiani, saremo in piazza con loro, per aiutare tutto il mondo del lavoro a riprendere in mano il suo destino.

da Comunisti italiani

Ma ricordiamo il I maggio come la terribile giornata della strage di Portella della Ginestra. La prima strage di stato.

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scrivi sul muro..ti sparano

Posted by ladytux su Maggio 1, 2009

Reggio Emilia. Militanti dei Carc fermati dalla polizia a colpi d’arma da fuoco per alcune scritte La scorsa notte alcuni militanti dei Carc sono stati fermati dalle forze di polizia a Reggio Emilia. Gli attivisti sono stati accusati di fare una scritta e sono stati minacciati dai poliziotti con armi da fuoco. I poliziotti sono andati ben oltre la semplice minaccia sparando contro l’auto in cui si trovavano i compagni tanto che una ruota è stata bucata da un proiettile. I poliziotti, non riconoscibili in quanto in borghese, non hanno esitato a sparare. Successivamente i compagni sono stati trattenuti in questura fino alla tarda mattinata di oggi. Questa mattina, i compagni sono stati rilasciati dopo che le loro abitazioni sono state perquisite e sequestrato materiale politico. “Denunciamo con forza l’azione illegale e fascista della questura di Reggio” affermano i Carc in una nota diffusa alla stampa “Si tratta di un episodio gravissimo. Questa azione repressiva ci riporta indietro al tempo del fascismo. Per quanto si accusino i compagni di fare delle scritte, non si è mai visto (almeno nei paesi democratici) che alle scritte si risponda sparando. A Reggio Emilia, già da diversi mesi si respirava una “strana aria” di repressione fascista: dalle cariche in centro di qualche settimana fa, alle minacce di cui siamo stati fatti oggetto da parte di fascisti e polizia, alla campagna di tensione e intimidazione contro i CARC reggiani”.

da Contropiano

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I Maggio 1947

Posted by ladytux su Maggio 1, 2009

La vecchia credeva che fossero mortaretti e cominciò a battere le mani festosa. Rideva. Per una frazione di secondo continuò a ridere, allegra, dentro di sé, ma il suo sorriso si era già rattrappito in un ghigno di terrore. Un mulo cadde con il ventre all’aria. A una bambina, all’improvviso, la piccola mascella si arrossò di sangue. La polvere si levava a spruzzi come se il vento avesse preso a danzare. C’era gente che cadeva, in silenzio, e non si alzava più. Altri scappavano urlando, come impazziti. E scappavano, in preda al terrore, i cavalli, travolgendo uomini, donne, bambini. Poi si udì qualcosa che fischiava contro i massi. Qualcosa che strideva e fischiava. E ancora quel rumore di mortaretti. Un bambino cadde colpito alla spalla. Una donna, con il petto squarciato, era finita esanime sulla carcassa della sua cavalla sventrata. Il corpo di un uomo, dalla testa maciullata cadde al suolo con il rumore di un sacco pieno di stracci. E poi quell’odore di polvere da sparo.
La carneficina durò in tutto un paio di minuti. Alla fine la mitragliatrice tacque e un silenzio carico di paura piombò sulla piccola vallata. In lontananza il fiume Jato riprese a far udire il suo suono liquido e leggero. E le due alture gialle di ginestre, la Pizzuta e la Cumeta, apparvero tra la polvere come angeli custodi silenti e smarriti.
Era il l° maggio 1947 e a Portella della Ginestra si era appena compiuta la prima strage dell’Italia repubblicana.

da Misteri italiani

I Tanti Perché della Strage

L’OMBRA USA SU PORTELLA. le carte segrete (2003)

Parla Casarrubea, storico, autore di 5 libri sulla strage

La ricostruzione della stage (Casarrubea)

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I tanti perché della strage

Posted by ladytux su Maggio 1, 2009

I TANTI PERCHÈ DI UNA STRAGE di Sandro Provvisionato
Soltanto da tre anni, cioè dalla caduta del fascismo, a Piana degli Albanesi, a
pochi chilometri da Palermo, i socialisti e i comunisti di San Cipirello, Piana e
San Giuseppe Jato avevano ripreso a commemorare il l° maggio, festa del lavoro.
Per la terza volta consecutiva dalla fine della guerra i contadini e i braccianti di quelle terre arse e ingrate si erano dati appuntamento, con i muli e i cavalli addobbati di nastri colorati, in fondo alla vallata, a pochi metri dalla vecchia strada, dove una grossa roccia calcarea era diventata un podio per i comizi.

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Le carte segrete sulla strage

Posted by ladytux su Maggio 1, 2009

La Repubblica” 10 febbraio 2003
Le carte segrete sulla strage  – L’ ombra Usa a Portella della Ginestra

ATTILIO BOLZONI E TANO GULLO  GLI agenti speciali hanno lasciato le loro impronte a Portella della Ginestra. L’ ombra della strage che non ha avuto mai mandanti si allunga fino all’Office of Strategic Services, il servizio segreto americano che in quegli anni era comandato in Italia dal capitano James Jesus Angleton. Una pattuglia di quegli uomini che lui aveva reclutato tra le file della Decima Mas e nella sbirraglia fascista, sbarca a Palermo in anticipo su quel Primo Maggio. La missione siciliana e le altre incursioni contro i “rossi” in varie città d’ Italia erano state programmate da quattordici mesi.

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Parla Casarrubea, storico, autore di cinque libri sulla strage.

Posted by ladytux su Maggio 1, 2009

Parla Casarrubea, storico, autore di cinque libri sulla strage.
C’ era un commando che sparò dall’ alto dietro quel massacro mafiosi e fascisti. E la probabile regìa occulta degli americani’

Giuseppe Casarrubea, 56 anni, storico, ha passato l’ ultimo decennio a studiare la strage di Portella della Ginestra. All’ avvenimento ha dedicato cinque volumi. Proprio per uno di questi libri, paradossalmente, Casarrubea è l’ unico imputato per quei fatti del 1947. Lo ha querelato il generale dei carabinieri Roberto Giallombardo. L’ ufficiale si è sentito diffamato per la ricostruzione della misteriosa morte in una caserma di Alcamo di Salvatore Ferreri, uno dei banditi di Giuliano conosciuto come frà Diavolo. Il generale sostiene di avere sparato per legittima difesa durante una colluttazione; lo storico ritiene che si sia trattato di un’ eliminazione per chiudere la bocca a un testimone che poteva “parlare” dei mandanti di Portella.

Professore, lei da tempo scrive che Giuliano fu solo uno strumento usato da altri per fini eversivi. Vuole spiegare la sua tesi?

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La ricostruzione della strage di Portella

Posted by ladytux su Maggio 1, 2009

RICOSTRUZIONE DELL’AVVENIMENTO (Giuseppe Casarrubea)

A distanza di mezzo secolo, la ricerca testarda dello storico, culminata nel suo libro, ha gettato squarci di luce su zone d’ombra dove avevano riposato tranquille connivenze e strani intrecci. Un contesto che, secondo i documenti raccolti, aveva tra i suoi attori anche l’allora capitano Giallombardo. Giuseppe Casarrubea ha mirato alto, ha contestualizzato microeventi per ricondurli a un quadro assai grande e sconosciuto ai più. E alla fine qualcuno ha colpito. Il rinculo della schioppettata è stato il rinvio a giudizio, deciso dal Gip di Palermo Antonio Tricoli e innescato dalla denuncia per diffamazione dell’ex ufficiale. Certamente soddisfatto di questo provvedimento a tutela dell’onorabilità del suo assistito l’avvocato Enzo Fragalà, deputato nazionale sotto le insegne di An, le stesse di Marzio Tricoli, deputato regionale e fratello del Gip in questione. Ad accrescere il legittimo sospetto che per lo storico potrebbe non essere una passeggiata si aggiunga che Marzio e Antonio sono figli di Giuseppe Tricoli, riconosciuto storico di destra, per molti anni leader missino in Sicilia e docente universitario.

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